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Risposte del Dr. Mario Di Pietro ad alcune domande sull’Educazione Razionale Emotiva

abbraccio




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Applicando il metodo razionale emotivo non si finisce per togliere un pò di sapore alla nostra esistenza privandoci delle emozioni più forti?

Credo che non sussista alcun pericolo per la maggior parte degli esseri umani di rimanere a corto di forti emozioni. La RET e l'Educazione Razionale Emotiva non sono in grado di eliminare ogni sconvolgimento emotivo dalla vita di un individuo, ma possono senz'altro aiutare a ridurre l'impatto emozionale di certe esperienze dolorose o sgradevoli, massimizzando nel contempo la sua capacità vivere intense emozioni piacevoli.


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Non vi sembra che questo sia altamente desiderabile? A che età si può cominciare a insegnare al bambino come pensare in modo razionale?

Sembra che il metodo sia adatto più che altro a bambini già abbastanza grandi. Il pensiero razionale non è solo per i bambini più grandi. Sono i metodi e il linguaggio che cambieranno a seconda dell'età. Prima dei quattro anni si cercherà più che altro di modellare nel bambino un repertorio di pensieri positivi. Tra i cinque e i sei anni si potrà anche introdurre il concetto di dialogo interiore. I primi anni della scuola elementare sono particolarmente favorevoli per insegnare come usare il dialogo interiore in quanto il bambino ha sufficiente abilità per concentrarsi e sperimentare. Naturalmente si parte dal presupposto che il bambino non abbia particolari difficoltà cognitive, altrimenti si dovrà procedere in modo diverso e con la consulenza di uno specialista. Indipendentemente dall'età è molto importante che il bambino sia ricettivo e motivato, non funzionerebbe costringerlo a fare qualcosa che non ha interesse a provare. Sarà più facile motivare il bambino se questi ha un rapporto basato sul dialogo e la fiducia col genitore e se questi non ha un atteggiamento particolarmente punitivo.


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Non è semplicistico ricondurre tutta la sofferenza emotiva a pensieri negativi?

In fin dei conti le cause del disagio possono essere molteplici, a volte possono esserci anche problemi fisici. La teoria della RET non nega l'esistenza di vari fattori che possono influenzare le condizioni emotive dell'individuo. A volte le cause del disagio possono esser anche di natura biochimica od ormonale. Indipendentemente però da quali possono essere le cause originarie di una condizione emotiva il suo perdurare è in ogni caso determinato dall'intervento del pensiero. Una donna, ad esempio, potrebbe soffrire di depressione post-partum, che ha chiare origini ormonali. Se in tali condizioni si soffermasse su considerazioni del tipo "Non ne uscirò più fuori, non sarò più quella di una volta, non potrò far crescere questo bambino, sono una madre totalmente inadeguata ... " il suo umore inevitabilmente peggiorerebbe. Se invece questa donna prendesse in considerazione pensieri quali "La mia condizione per quanto dolorosa è solo transitoria, potrò uscirne fuori presto, poi riuscirò a gustarmi meglio il mio bambino", potrebbe attenuare in parte la sua sofferenza e ad aiutarsi ad andare verso la guarigione.


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Non è che l'Educazione Razionale Emotiva sia troppo "cerebrale"?

Sembra che si esalti il pensiero razionale lasciando in un secondo piano la voce del cuore. Forse può trarre in inganno l'uso del termine "razionale". Nella nostra cultura a questo termine viene associato a freddezza e mancanza di emozioni. Nell'ambito della RET e dell'Educazione Razionale Emotiva il significato di razionalità è piuttosto diverso e sta ad indicare la capacità di usare la mente per superare emozioni spiacevoli. Albert Ellis, l'ideatore della Terapia Razionale Emotiva, qualche anno fa affermò che se avesse creato oggi la sua psicoterapia avrebbe usato un'altra denominazione per evitare fraintendimenti. La mente contrapposta al "cuore" è una falsa dicotomia. In realtà mente e cuore non sono entità contrapposte, ma si influenzanoreciprocamente: se la mente è disturbata anche il cuore risulta sofferente e viceversa se il cuore è sereno la mente funzionerà meglio. Aiutando le persone a pensare in modo razionale non si soffoca la voce del cuore, se mai mettiamo la mente al servizio del cuore per garantire un maggior benessere. Spesso il bambino riceve messaggi diversi e contrastanti a scuola e in famiglia.


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A cosa serve insegnare al bambino a pensare in modo razionale quando è esposto in continuazione a modelli di irrazionalità?

Questo semmai è un motivo per darsi ancora più da fare e persistere nell'insegnare al bambino come vivere razionalmente in un mondo prevalentemente irrazionale. Rifiutereste di dare a vostro figlio del cibo sano e naturale solo perché la maggior parte degli alimenti a disposizione sono manipolati chimicamente e trattati con sostanze tossiche?Certo sarebbe bene che si stabilisse la massima coerenza tra come le emozioni vengono affrontate a scuola e come vengono gestite in famiglia. Aiutare ad andare in questa direzione è uno degli intenti che si propone la presente pubblicazione.

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