Sito di Mario Di Pietro
Le variabili cognitive che entrano in gioco nei disturbi depressivi sono riconducibili ad alcune delle convinzioni irrazionali di base individuate da Ellis:
“Sono una persona completamente negativa e merito di essere severamente condannata e punita”; ”.
”Si deve essere sempre bravi e competenti per essere considerati degni di valore
“E’ terribile e catastrofico se le cose non vanno come vogliamo”;
“La sofferenza umana dipende solo da cause esterne ed non possiamo fare nulla per controllare o cambiare le nostre emozioni”.
“Dobbiamo sconvolgerci enormemente per i problemi e i disturbi degli altri”.
“Ci deve essere sempre una soluzione giusta e perfetta per qualsiasi problema ed è una cosa orribile non riuscire a trovarla”.
Ellis indica due principali eventi attivanti collegati alla depressione: il non riuscire in qualche cosa e l’essere rifiutati da qualcuno. Secondo Ellis non è tanto il fallimento o il rifiuto a causare la depressione quanto:
il considerare indispensabile il riuscita e l’approvazione degli altri,
lo svalutarsi e condannarsi per gli aspetti negativi della propria esistenza. In base a ciò si desume che qualora un bambino si ritenga totalmente responsabile per qualsiasi risultato negativo ottenga, considerandosi anche incapace di influenzare negli altri un atteggiamento positivo nei suoi confronti, possa diventare un candidato a sviluppare un disturbo depressivo.
Gli studi condotti al fine di individuare le caratteristiche cognitive dei bambini e degli adolescenti depressi concordano nell’evidenziare la tendenza ad effettuare distorsioni nella valutazione di sé e nell’interpretazione di eventi presenti e passati. I bambini depressi tendono inoltre ad effettuare attribuzioni negative in misura molto maggiore rispetto a soggetti della stessa età che non presentano sintomi clinici. Alcuni autori hanno dimostrato che nei bambini con diagnosi di disturbo depressivo prevale la tendenza a manifestare un “locus of control” di tipo esterno. Essi cioè non si ritengono capaci di poter influenzare il verificarsi o meno di certi eventi attraverso il proprio comportamento.