Sito di Mario Di Pietro
Durante la ricreazione, Alessandro, un alunno di seconda media, si avvicina a Luca e mentre con una mano gli torce il braccio dietro la schiena, con l’altra gli punta un coltellino sotto la gola costringendolo a ripetere davanti a un gruppo di compagni: ”Sono il tuo schiavo e tu sei il mio padrone”. Nonsiamo in una scuola del Bronx , ma in una scuola media del Veneto.
Da diverso tempo anche in Italia il fenomeno del bullismo viene riconosciuto come uno spiacevole aspetto della vita scolastica. E' opportuno però fare una chiarificazione terminologica: bullismo è la traduzione letterale della parola inglese "bulling" che ha un significato un po' diverso rispetto all'accezione italiana. Tradizionalmente, nel nostro Paese viene considerato "bullo" un individuo dotato di molto esibizionismo, piuttosto sbruffone, che ama fare il gradasso e che spesso tende a prevaricare, senza mai però raggiungere quelle caratteristiche di cattiveria e di sadismo che invece sono tipici del fenomeno del bullismo così come viene spesso osservato in ambito scolastico. E’ quindi da considerare impropria la traduzione del termine “bulling” con bullismo, anche se ormai tale errata traduzione è ampiamente diffusa nel nostro Paese.
Varie ricerche sull’argomento hanno evidenziato alcuni fattori che possono predisporre alcuni alunni ad assumere il ruolo di bulli:
Pensano
che la prepotenza paghi; in qualche scuola i prepotenti sono ammirati
dagli altri, riescono ad ottenere quello che vogliono ed hanno meno probabilità degli
altri di essere vittimizzati.
Sono
aggressivi ed impulsivi, il che li rende costituzionalmente più inclini
ad intraprendere comportamenti da bullo.
Si
compiacciono della sottomissione degli altri, trovano gratificante
dominare gli altri e ottenere da loro accondiscendenza e complicità.
Fare
i prepotenti è coerente con l'immagine potente o di duro; si
tratta di uno stereotipo diffuso specialmente tra i maschi, ma sempre più anche
nelle femmine.
Sembra
una cosa divertente, specialmente quando si fa parte di un gruppo
che molesta qualcuno.
Hanno
livelli relativamente bassi di empatia, per cui il prepotente è insensibile
all'evidente sofferenza degli altri.
Il
pregiudizio li porta a credere che alcuni tipi di persone si meritino di
essere prevaricati; ad esempio, persone di un gruppo etnico differente
o ad orientamento sessuale diverso.
Una
generale ostilità verso gli altri che è stata generata da esperienze
negative con genitori e parenti, specialmente il sentirsi non amati e/o
ipercontrollati.
Sono
stati influenzati da "modelli" aggressivi, nella vita reale e/o
guardando film e video violenti.
La
vittima è percepita come se avesse provocato il trattamento negativo;
comunemente, i bulli considerano il proprio comportamento prevaricatore
come una "vendetta".
Una
monotonia cronica a scuola può portare comportamenti prevaricanti
come mezzo per rendere la vita scolastica più interessante.
ll
raggiungimento dell’obiettivo desiderato è considerato
più importante dei brutali mezzi impiegati per ottenerlo. Ciò si
applica in particolar modo ad alcune persone che si trovano ad occupare
una posizione di controllo e di potere.
Lo
considerano parte della loro condizione; ad esempio in seguito al
fatto di essere sempre stati trattati come alunni particolarmente problematici.
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